La Lettonia è la seconda delle repubbliche baltiche per numero di abitanti (1,9 milioni) ed estensione territoriale (64500 kmq). La popolazione del paese è costituita in larga maggioranza da cittadini di lingua e cultura lettone (pari al 63%). I cittadini russofoni, detti talora russi del Baltico, sono in Lettonia piuttosto numerosi (26%). Sono presenti anche una consistente comunità bielorussa, concentrata nelle aree di confine con la Bielorussia (pari al 3% della popolazione) e una comunità ucraina, aumentata notevolmente dopo l’inizio del conflitto nel paese di provenienza.
Anche qui, come nelle altre repubbliche baltiche, durante l’occupazione russa il Cremlino favorì l’immigrazione di cittadini russi provenienti dalle zone più diverse dell’Unione Sovietica. I Russi si concentrarono soprattutto nelle aree di Riga e Daugavpils. Tuttora il 48% dell’intera popolazione residente nella capitale appartiene alla comunità russofona, che vi si stabilì durante il periodo socialista.
Una piccola parte della comunità russofona della Lettonia è priva della cittadinanza lettone. Dopo il ripristino dell’indipendenza del 1991, infatti, lo Stato ha concesso la cittadinanza soltanto a coloro che superavano l’esame di lingua lettone, all’uso della quale, ai tempi, buona parte della popolazione di origine russa era quasi del tutto estranea. Ad oggi i cittadini di lingua russa privi della cittadinanza hanno un passaporto lettone, che consente loro la permanenza nel paese e i diritti di soggiorno ma, secondo alcuni, priva i russi residenti in Lettonia di alcuni diritti civili. Quasi tutti i cittadini lettoni di giovane età, tuttavia, parlano oggi il lettone fluentemente e le barriere linguistiche tra la comunità locale e quella russa si sono quasi del tutto esaurite.
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