La storia

L’origine della storia del più settentrionale degli Stati baltici è legata a quella dei cavalieri Portaspada, giunti in Estonia verso la fine del XII secolo con lo scopo di cristianizzare tutte le popolazioni del Nord ancora pagane.

Con l’aiuto dei danesi, guidati dal re Valdemar, che nel 1219 approdarono nel nord dell’Estonia, venne fondata la città di Tallinn. I tedeschi dominarono a lungo la vita politica della capitale, che essi chiamavano Reval.

Alla fine del XVI secolo, dopo una lunga guerra combattuta contro lo zar Ivan IV, detta anche Guerra del Nord, la Svezia unì ai propri territori l’intera Estonia.

Il dominio svedese continuò fino al XVII secolo. In quel periodo le popolazioni rurali poterono godere di diversi diritti civili, migliorando le proprie condizioni di vita.

Nel 1710 iniziò la conquista russa e nel 1721 la Svezia fu costretta ad abbandonare il paese con il trattato di Nystadt. I nobili tedeschi mantennero intatti i propri privilegi anche durante la dominazione russa, mentre le condizioni di vita del popolo peggiorarono.

Dal 1816 al 1819, durante il dominio zarista, venne abolita la servitù della gleba e durante la seconda metà del secolo si costituirono i movimenti che avrebbero portato al risorgimento nazionale. Venne fondato il primo giornale nazionale, tuttora tra i maggiori quotidiani in circolazione, il “Parnu Postimees”.

Il 24 febbraio 1918 l’Estonia fu dichiarata Repubblica democratica indipendente. A Tallin si iniziarono i lavori per dare un assetto democratico e moderno al paese. Nell’estate successiva alcune forze militari germano-baltiche tentarono di ribaltare il legittimo governo democratico per ripristinare il predominio dell’aristocrazia tedesca, ma non riuscirono nell’intento per merito delle forze estoni e quindi il governo potè rinforzarsi.

Si dette subito applicazione alla riforma agraria con  l’esproprio delle terre ai grandi latifondisti e la distribuzione delle medesime ai contadini mentre le zone boschive passavano direttamente sotto il controllo dello Stato.

Nel giugno 1920 fu promulgata la Costituzione.

Nel 1940 l’Estonia venne annessa all’Unione Sovietica, come le altre repubbliche baltiche, ma nel luglio del 1941, in piena  seconda guerra mondiale fu invasa dai tedeschi.

Nel 1945, con la sconfitta della Germania, i tedeschi si ritirarono e l’Estonia tornò ad essere assorbita insieme agli altri stati baltici, dall’Unione Sovietica.

Da allora si intensificò il processo di russificazione del paese, completato poi dalle deportazioni di migliaia di estoni, che durarono fino agli anni sessanta del secolo scorso.

Nel 1985, con l’avvento al potere di M. Gorbacev, in Estonia si verificò un ampio incremento del sentimento nazionalista popolare. Ed il 23 agosto 1988 il popolo scese in piazza per rivendicare la completa autonomia.

Il referendum del 3 marzo 1991 decretò il definitivo distacco dall’Unione Sovietica, che venne proclamata il 20 agosto dello stesso anno. Vennero rafforzati  i legami con la  Finlandia, alla quale l’Estonia è sempre stata molto legata e di cui è uno dei primncipali partner commerciali,  e con i paesi occidentali. Nel 1992 l’Estonia entrò a far parte del Consiglio degli Stati del Mar Baltico. Dal 2004 l’Estonia è parte integrante dell’Unione Europea, mentre fa parte dell’area euro dal 2011.