I primi insediamenti umani nell’area delle attuali Lituania e Lettonia risalgono al 2000 a.C., quando le prime tribù baltiche di origine indeoeuropea si stabilirono sulle coste del mar Baltico.
In pieno medioevo, tra l’undicesimo e il dodicesimo secolo, queste tribù, indipendenti tra loro, erano già ben organizzate politicamente. Si trattava di tribù tra loro omogenee, accomunate dalla lingua, facente parte del gruppo indoeuropeo, e di religione politeista e totemica.
I progenitori degli attuali Lituani adoravano divinità legate alla natura come, ad esempio, Perkunas, il dio del tuono, Milda, la dea dell’amore, Saulė, la divinità del sole, Žemynė, la madre terra e Aušrynė, la divinità dell‘aurora.
Per difendere la propria identità dagli attacchi dei cavalieri tedeschi dell’Ordine Teutonico che cercavano di portare il cristianesimo nelle loro terre, queste genti dovettero combattere a lungo. E lo fecero strenuamente, guidate da comandanti illustri e valorosi.
Furono i Samogizi, una tribù che viveva nella parte occidentale del paese, ad infliggere nel 1236, durante la Battaglia del Sole, svoltasi nei pressi dell’odierna Šiauliai, una pesante sconfitta ai cavalieri teutonici.
Uno dei capi più importanti di queste tribù fu Mindaugas, vissuto nel corso del 1200, che per primo tentò di unificare le genti lituane in un unico Stato, regnando dal 1236 al 1263. Per limitare le incursioni dei nemici, Mindaugas decise di farsi battezzare, permettendo alla Lituania di intrattenere rapporti diplomatici con gli altri Stati dell’Europa cristiana.
Dopo circa dieci anni il sovrano ritornò al paganesimo e ricominciarono le pressioni da parte degli ordini crociati germanici.
Per via dei ripetuti scontri armati, e sotto la guida di altri condottieri, le tribù del baltico andarono unificandosi e si creò così, tra il XIII e il XIV secolo, il primo germe dello stato lituano, che divenne presto un’importante entità politica e militare. Sotto la guida del granduca Gediminas (1271-1341) il nascente stato lituano estese i suoi possedimenti verso est, spingendosi verso i territori della Moscovia (parte dell’odierna Russia occidentale) e dell’Ucraina.
Nel 1387, in seguito al matrimonio tra il granduca lituano Jogaila e la principessa polacca Jadvige, lo stato lituano si convertì ufficialmente al cristianesimo.
Gli eserciti alleati di Polonia e Lituania bloccarono definitivamente l’avanzata dei crociati nel 1410 con la battaglia di Grünwald (in lituano Žalgiris), nel corso della quale inflissero ai Tedeschi dell’Ordine Teutonico una durissima sconfitta. In seguito alla battaglia di Žalgiris i crociati rinunciarono ad ogni velleità di conquista della Lituania, che ormai era diventato un Granducato piuttosto ricco e potente.
In questo periodo il granduca Vytautas Magnus, che regnava sulla Lituania (mentre il cugino Jogaila era stato incoronato sovrano di Polonia) condusse il paese alla massima espansione territoriale, spostando i confini del Granducato fino al Mar Baltico e al Mar Nero.
Nel 1569, con la cosidetta Unione di Lublino, la storia della Lituania coincide con quella della Polonia per circa due secoli. Le due nazioni si uniscono sotto un’unica corona e il Granducato perse molta della sua autonomia. La capitale di questa nuova entità politica (detta in polacco Rzeczpospolita Obojga Narodów, ovvero lo Stato delle Due Nazioni) divenne Varsavia e il polacco la lingua ufficiale della nobiltà lituana.
Risale a questo periodo la fondazione dell’Università di Vilnius ad iniziativa del re Stephen Bathory nel 1579.
Con la Grande Guerra del Nord dei primi del 1700 i Russi fecero proprie gran parte della Finlandia, dell’Estonia e della Lettonia, esercitando una notevole influenza sulla politica dell’unione polacco-lituana fino a quando, nel 1795, anche la Lituania e la Polonia non entrarono a far parte dell’impero zarista.
In seguito al trattato di Brest-Litvosk, nel febbraio 1918, la Lituania si dichiarò indipendente. Ma nel 1920 la Polonia rivendicò la città di Vilnius, occupandola con un colpo di mano. Il governo lituano, trasferitosi provvisoriamente a Kaunas, non riconobbe mai tale annessione.
Tra le due guerre la Lituania raggiunse un ottimo livello di sviluppo economico e culturale. Il periodo della presidenza di Antanas Smetona (1926-1939) è ancora ricordato come un tempo di prosperità e benessere, anche se ebbe breve durata.
Nel 1940 il paese, in base al patto Molotov-Ribbentropp, fu assegnato all’Unione Sovietica, dalla quale venne occupato. Venne così istituita e organizzata, dopo un breve periodo di occupazione tedesca durante la guerra, la Repubblica Socialista Sovietica di Lituania. Furono create nuove strutture politiche ed economiche che, secondo il modello comunista, erano affidate al Partito Comunista di Lituania, sottoposto al ferreo controllo di Mosca. I Sovietici provvidero a una sistematica politica di spersonalizzazione del popolo lituano: ogni manifestazione esteriore dell’identità culturale lituana venne proibita, mentre il patrimonio artistico venne duramente depauperato (molte chiese, simbolo della devozione popolare lituana al cristianesimo cattolico, vennero chiuse o spogliate delle loro opere d’arte). Furono inviati in Lituania coloni provenineti dalle zone più disparate dell’URSS. Il popolo lituano naturalmente, orgoglioso delle proprie secolari radici culturali e storiche e della propria forte fede cattolica, tentò di opporsi a questo dominio. Ebbe così inizio una guerra partigiana alla quale presero parte, oltre agli ufficiali dell’esercito lituano ormai discioltosi, volontari e rappresentanti dell’intellighenzia borghese lituana. Tale resistenza armata venne brutalmente soffocata nel sangue e si spense durante gli anni ’50.
Nella seconda metà degli anni ’80 del secolo scorso si creò e si sviluppò il movimento del Sajūdis, che portò lentamenre all’indipendenza del paese l’11 marzo del 1990.
Da allora la Lituania ha cercato l’integrazione nel nuovo contesto europeo, dal quale era stata espulsa dai convulsi eventi storici della seconda metà del secolo scorso, avvicinandosi all’Unione Europea, della quale fa parte dal 1 maggio del 2004 (mentre gli accordi di Shengen, che hanno eliminato i confini di terra tra i paesi membri dell’UE, sono in vigore dal 21 dicembre del 2007). La valuta nazionale, il Litas, tornata in circolazione nel 1992, è stata sostituita nel 2015 dall’euro, dopo 22 anni.
Poco prima di aderire all’Unione Europea, il paese è entrato anche nella NATO e il suo esercito partecipa quindi alle operazioni militari dell’alleanza atlantica in Afganistan.
Forte del suo ruolo in Europa e del progresso economico raggiunto in poco più di 20 anni di indipendenza, la Lituania, che si distingue per essere uno dei paesi dell’Unione con il più basso debito pubblico, guarda al secondo decennio del XXI secolo con fiducia, carisma ed entusiasmo…