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Sempre più coppie italo-lituane scelgono la Lituania, e non l’Italia, come luogo in cui vivere insieme ed “accasarsi”, come si diceva un tempo. Si tratta di un fenomeno in rapida crescita ormai da molti anni. L’economia del Belpaese è stantìa e, a quanto pare, l’immediato futuro non promette nulla di buono. Fino a poco più di un decennio fa chi aveva la dolce metà in Lituania, arrivato il momento di decidere per il grande passo, che fosse la convivenza o il matrimonio, optava per la penisola. Vivere in due in Lituania, di poche centinaia di euro al mese, era impensabile. Ma ora la situazione è cambiata radicalmente. Il salario medio in Lituania si è portato a 1300 euro mensili (al netto delle tasse!) e per molti Italiani non è difficile trovare impiego.

I nostri connazionali sono sempre più numerosi nell’IT, settore per il quale la Lituania eccelle e nel quale, dopo la necessaria “gavetta”, si ha facile accesso alle posizioni d’ufficio offerte dalle grandi multinazionali del terziario presenti a Vilnius e a Kaunas (come gli outsourcing di Booking.com, Western Union, Barclays e Norwegian Air, per non citarne che alcuni). Se poi in famiglia si lavora in due e si ha una piccola rendita da affitto in Italia grazie all’appartamento di mammà, allora si può stare davvero bene. Non dico da “nababbi”, perché il carovita, dopo l’introduzione dell’euro, è in aumento, ma bene senz’altro.

E non dimentichiamo il settore per il quale da sempre ci distinguiamo in tutto il mondo: la cucina. I ristoranti italiani sono molti in tutto il paese e, naturalmente, i nostri cuochi (e i nostri pizzaioli, certo) sono ben apprezzati anche a queste latitudini. E molti giovani italiani trovano collocazione proprio dietro ai fornelli o nei servizi ai tavoli.

Adattarsi agli inverni rigidi, freddi e bui è giocoforza e non a tutti piace, ma se si potesse scegliere il luogo in cui vivere in base alle condizioni climatiche, probabilmente abiteremmo tutti in Marocco, Madagascar o Belize. Contano il denaro e la qualità della vita. E se Milano è al centotrentacinquesimo posto e Vilnius la supera di quasi cinquanta posizioni nella classifica di Numbeo dello “standard della vita”, una ragione ci sarà.

La lista degli iscritti all’AIRE (“anagrafe Italiani residenti all’estero”, ndr) a Vilnius cresce di mese in mese, e di parecchie unità. Così come sono in aumento i bambini italo-lituani. E che piaccia o no a chi ancora si ostina a ritenere l’Italia dei bamboccioni barbuti e dei sessantenni divorziati un luogo opulento, noi giovani italiani, in fuga dalla disoccupazione dilagante dell’Europa del Sud e in compagnia delle nostre compagne, nate durante o subito dopo il crollo del URSS, stiamo ripopolando la Lituania, e non solo per amore…

Andrea Piero Corsari