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Giacomo Casanova, noto seduttore di donne, scrittore e avventuriero, fu a Klaipėda, in quella che era allora la città più settentrionale della Prussia, e a Jelgava, al tempo capitale del Ducato di Curlandia, nel 1764.

Egli stesso descrisse il suo soggiorno in Lituania e in Lettonia nella sua biografia (Histoire de ma vie), che lo rese celebre trasformando il suo nome in sinonimo di ammaliatore irresistibile, scritta e pubblicata in francese nonostante l’autore fosse veneziano e parlasse l’italiano come lingua madre.

Casanova giunse nell’odierna Lituania, a Memel, come era chiamata Klaipėda al tempo, dopo tre giorni di viaggio in carrozza (era partito da Danzica), e qui consumò una breve avventura con una donna fiorentina incontrata nell’albergo in cui prese alloggio (certa Caterina Brigonzi, di cui si sa che era stata cantante a Venezia negli anni ’40 del XVIII secolo).

Così dice Casanova riguardo al suo soggiorno in quel di Klaipėda:

Avevo abbastanza denaro per arrivare a Mittau da gran signore, e perciò presi una carrozza a quattro posti, trainata da sei cavalli e in tre giorni fui a Memel, con Lambert che non fece che dormire durante tutto il viaggio. Nell’albergo dove scesi trovai una virtuosa fiorentina, chiamata Bigonci, che fu molto gentile con me e mi disse che l’avevo amata, quando ero ancora fanciullo e abate: mi raccontò anche alcune circostanze che mi dimostrarono che la cosa era possibilissima, ma non riuscii a ricordarmi la sua faccia. La rividi sei anni dopo a Firenze, insieme alla Denis, che abitava con lei“.

L’indomani proseguì il suo viaggio alla volta di Mitau, come era chiamata Jelgava in tedesco.  Qui, dopo aver partecipato a una festa di corte, entrò in confidenza con il duca Ernst Johan Biron in persona. Biron gli assegnò perfino il compito di supervisore delle miniere del Ducato, alle quali si recò in visita accompagnato da un consigliere ducale. A riguardo il Casanova scrive:

All’ora indicata, mi feci portare a corte e là Kaiserling mi presentò subito alla duchessa, che a sua volta mi introdusse presso il duca, che era il celebre Biron o Birhen, il quale era stato il favorito dell’imperatrice Anna Ivanovna e reggente di Russia dopo la sua morte e poi era stato condannato a vivere in Siberia per vent’anni: era un omone alto sei piedi, e si vedeva che era stato bello, ma la vecchiaia distrugge tutto. Due giorni dopo ebbi con lui un lungo colloquio […]. Egli mi accompagnò nel suo studio dove mi pregò di concedergli quindici giorni, se non avevo proprio fretta di recarmi a Pietroburgo.

Gli risposi che ero a sua disposizione, e allora mi disse che il ciambellano che era intervenuto a parlare mi avrebbe accompagnato a visitare tutti gli stabilimenti minerari dei suoi ducati e che dovevo essere così gentile da scrivere tutte le mie osservazioni sulla loro organizzazione economica. Acconsentii subito e la mia partenza fu senz’altro fissata per due giorni dopo. Il duca, felice che assecondassi i suoi desideri, fece immediatamente chiamare il ciambellano, il quale mi promise che all’alba si sarebbe trovato alla porta del mio albergo con una carrozza a sei cavalli”.

Assolti i suoi compiti al soldo del duca di Curlandia, e grazie al denaro ricevuto in compenso, Casanova proseguì il suo viaggio per Riga e di lì per la corte degli zar a San Pietroburgo. Ma questa è un’altra storia…